Ricercare negli archivi della Provincia di Trieste i documenti della "de-istituzionalizzazione amministrativa" dell'assistenza psichiatrica prima della riforma

Il progetto di una ricerca documentaria negli archivi della Provincia di Trieste nasce nel quadro della Convenzione tra la Fondazione Basaglia e l'Amministrazione Provinciale di Trieste, costruita con la finalità di promuovere e sostenere iniziative “per la ricerca, archiviazione e pubblicazione di materiali e studi italiani e stranieri sull’opera di Franco Basaglia e sull’esperienza psichiatrica di Trieste dal 1971”.

Questo lavoro negli archivi della Provincia di Trieste vuole documentare la “de-istituzionalizzazione amministrativa” dell’assistenza psichiatrica che si svolse negli anni ’70 a Trieste, anni in cui fu direttore dell’ospedale psichiatrico Franco Basaglia (1971 – 1979) e presidenti della Provincia Michele Zanetti (1970 – 1977) e Lucio Ghersi (1977 – 1980).

Gli anni tra il 1971 e il ‘78 furono gli ultimi in cui le Province ebbero responsabilità sugli ospedali psichiatrici. Il 13 maggio del 1978, infatti, l’approvazione della legge n.180, successivamente integrata nella legge di riforma sanitaria n.833/1978, modificò radicalmente gli assetti dell’assistenza psichiatrica e spostò sulle Unità Sanitarie Locali (USL) appena nate e sulle Regioni le competenze sulla salute, salute mentale inclusa. Questa riforma fu sostenuta da un ampio movimento di tecnici e di cittadini e fu preceduta, com’è noto, da una fase di sperimentazione e di innovazione che ebbe il suo centro nell’ospedale psichiatrico di Trieste, alla cui direzione l’amministrazione provinciale dell’epoca aveva voluto Franco Basaglia.

Su questi anni di sperimentazioni innovative, Basaglia, i suoi collaboratori e altri esperti hanno scritto un certo numero di saggi e ricerche che motivano queste innovazioni e ne valutano gli esiti. Complessivamente, tuttavia, queste analisi lasciano per lo più in ombra il contenuto e l’iter deliberativo e amministrativo di queste innovazioni, cioè gli strumenti, gli “utensili”, per così dire

che hanno consentito a queste innovazioni di integrarsi nella pubblica amministrazione e spesso (ma non sempre) di diffondersi nel resto del paese. Questo lavoro di “configurazione amministrativa” delle innovazioni scientifiche e culturali che Basaglia e i suoi collaboratori andavano sperimentando a Trieste è stato particolarmente rilevante e pregnante anche in quanto tutto ciò si svolgeva all’interno del quadro normativo vigente, ovvero di una legge e di un regolamento risalenti rispettivamente al 1904 e 1909 e da allora solo marginalmente modificati. L’amministrazione provinciale e la direzione dell’ospedale psichiatrico dovettero quindi “inventare” strumenti che, mentre realizzavano l’innovazione, si mantenevano all’interno della legalità, anche se delle norme vigenti si chiedeva esplicitamente il superamento.

Documentare questi percorsi che potremmo definire della “deistituzionalizzazione amministrativa” potrà contribuire a colmare quella che finora è stata una lacuna nell’analisi dei processi di innovazione che hanno segnato in Italia il campo della salute mentale, e questa è una prima finalità di questo progetto.

I processi di trasformazione che hanno interessato l’ospedale psichiatrico di Trieste negli anni ’70 sono stati vasti e profondi: basti ricordare che con quasi un anno di anticipo sull’approvazione della legge di riforma il presidente della Provincia Zanetti e il direttore Basaglia poterono dichiarare virtualmente chiusa la struttura e messo a regime il nuovo sistema di servizi comunitari, così che all’indomani dell’approvazione della riforma fu effettivamente chiuso anche il reparto di accettazione e aperto il servizio psichiatrico nell’ospedale generale che la nuova legge richiedeva. Ciò significa che la direzione dell’ospedale e l’amministrazione avevano prodotto una mole assai rilevante di provvedimenti in quegli anni di trasformazione e di riconversione delle risorse. Questi provvedimenti finora non sono mai stati analizzati nell’ottica che questo progetto intende adottare, ovvero privilegiare l’azione deliberativa e amministrativa e in particolare il contributo dell’amministrazione all’innovazione.

Non è evidentemente obiettivo alla portata di questo progetto la ricostruzione integrale dell’azione amministrativa: occorre dunque ridurre la vastità e la complessità dell’oggetto di ricerca. Si è pensato a questo scopo di selezionare alcuni temi chiave dai quali possa emergere la ricchezza degli elementi conoscitivi contenuti negli archivi della Provincia interrogati nell’ottica che qui si propone.  

L’ipotesi di ricerca è quella di documentare i seguenti tre insiemi di problemi / fatti / provvedimenti amministrativi:

  1. dall’ergoterapia al lavoro come fonte di reddito e di cittadinanza: l’invenzione della cooperativa con soci malati di mente, la prima di questo genere al mondo, cooperativa che, all’atto del suo riconoscimento, ebbe in appalto dalla Provincia servizi di pulizia dei reparti e legatoria;
  2. riabilitazione e reinserimento sociale di persone con buone risorse soggettive ma completamente prive di risorse economiche dopo lunghi periodi di istituzionalizzazione: l’invenzione della figura di “ospite”, ex paziente psichiatrico lungodegente residente in abitazioni situate all’interno dell’ospedale psichiatrico e seguito con risorse messe a disposizione dall’amministrazione provinciale;
  3. un luogo di asilo senza internamento, una presa in carico 24 ore senza ospedalizzazione, la continuità terapeutica garantita dal medesimo servizio/équipe in tutte le fasi: l’invenzione dei centri di salute mentale 24h con posti letto;          

Questi tre insiemi di problemi/fatti/provvedimenti saranno ricostruiti attraverso la documentazione che sarà possibile reperire negli archivi della Provincia e del Dipartimento di salute mentale.

Questo lavoro è concepito come l’inizio di un processo di valorizzazione e integrazione degli archivi che, insieme, consentono di ricostruire e analizzare la grande trasformazione che si è sviluppata a Trieste a partire dagli anni ‘70: l’archivio della Fondazione Basaglia di Venezia e l’Archivio di Stato di Trieste, innanzi tutto.

Amministrare il cambiamento. Tecnici, politici, cittadini nei processi di democratizzazione delle istituzioni

Il quaderno raccoglie i contributi di Stefano Cecconi, Maria Grazia Cogliati Dezza, Giovanna Del Giudice, Maria Grazia Giannichedda, Renato Nicolini, Maria Teresa Bassa Poropat, Franco Rotelli, Pier Aldo Rovatti, Michele Zanetti.

I testi sono basati sugli interventi svolti nel corso del seminario che si è svolto a Trieste il 25 marzo 2011 nel Teatrino dell’ex ospedale psichiatrico intitolato a Franco e Franca Basaglia.

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